Commento di Don Matteo Bondavalli, Incaricato diocesano per la Musica liturgica e nelle chiese all’Elevazione Spirituale del 9 dicembre 2018, in occasione del VI anniversario di ordinazione Episcopale di S.E. Mons. Massimo Camisasca.
Reggio Emilia, 7 dicembre 2018
Il suono dell’oboe, che avremo modo di apprezzare anche in occasione di questa elevazione spirituale (del 9 dic 2018 n.d.r.), suscitò in Benedetto XVI la seguente riflessione: «È stato commovente osservare come da un pezzo di legno, da questo strumento, fluisca un intero universo di musica: l’insondabile e il gioioso, il serio e il faceto, il grandioso e l’umile, il dialogo interiore delle melodie. Ho pensato quanto è magnifico che in un piccolo pezzo creativo si nasconda una tale promessa, che il maestro può liberare. E ciò significa che tutta la creazione è colma di promesse e che l’uomo riceve il dono di sfogliare questo libro di promesse almeno per un po’» (Castel Gandolfo, 2 agosto 2009).
Ascoltando e ripercorrendo brani di musica sacra antica, rinascimentale e moderna, oltre all’oboe di Francesco, anche le voci della Cappella Musicale, il flauto di Patrizia e l’esecuzione all’organo di Mariagrazia, sotto la guida del maestro Primo Iotti, ci permetteranno di sfogliare pagine di bellezza che elevano la mente e il cuore a Dio.
In questa “creazione colma di promesse”, speranza e bellezza sono chiamate a quell’incontro che ancora oggi offre al nostro cuore l’opera educativa di cui il Vescovo ci ha parlato nel recente Discorso alla Città per la festa di san Prospero, nostro patrono. L’ascolto di queste melodie nel contesto suggestivo della Cattedrale è anche, così come viene indicato nel nome di questo appuntamento, un’elevazione spirituale, partecipazione all’opera creatrice di Dio che sempre si dischiude nel contemplare la bellezza.
Con gratitudine la nostra Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla si stringe attorno al vescovo Massimo per questo VI anniversario di Ordinazione episcopale. Con queste pagine di musica sacra, espressione della nostra riconoscenza, ci uniamo alla preghiera che oggi, II domenica di Avvento, tutta la Chiesa eleva a Dio: «…il Signore verrà a salvare i popoli e farà sentire la sua voce potente per la gioia del vostro cuore» (Colletta, Dom. II Avv.).
Don Matteo Bondavalli
Per vedere le foto dell’Elevazione Spirituale, cliccare qui e scorrere la pagina verso il basso.
Di seguito il programma dell’Elevazione spirituale e la biografia dell’autore Jacques Berthier
Programma
Jacques Berthier Salve Regina Gregoriano
Jacques Berthier Ave Maris Stella Saverio Bonicelli (1903-1983)
Jacques Berthier Concordi lætitia Gregoriano
Sub tuum presidium Domenico Bartolucci (1917-2013)
Jacques Berthier Ubi caritas et amor Maurice Duruflè (1902-1986)
Jacques Berthier Adoro te devote Gregoriano
Jacques Berthier Victime Pascali Codice di Las Huelgas (XIII secolo)
Jacques Berthier Regina Cæli Gregor Aichinger (1564-1628)
Jacques Berthier Alleluia, O filii Cappella di Notre Dame
Primo Iotti Rorate Cœli Gregoriano
Jacques Berthier
Jacques Berthier (Auxerre, 27 giugno 1923 – Parigi, 27 giugno 1994) è stato un compositore e organista francese, noto per l’ampio contributo alla composizione dei canti della Comunità di Taizé. Figlio di Paul Berthier, Maestro di cappella e organista della Cattedrale di Auxerre; viene avviato fin da giovane allo studio del pianoforte, dell’organo, dell’armonia e della composizione. Dopo la guerra, entra nella Scuola di musica César-Franck di Parigi, dove, tra gli altri professori, incontra Edward Souberbielle e Guy de Lioncourt, di cui sposerà la figlia Germaine. Dal 1953 al 1960 è organista della Cattedrale di Auxerre, succedendo in tale incarico al padre; dal 1961 fino alla sua morte è organista nella Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, la chiesa dei Gesuiti a Parigi.
Nel 1955 inizia a comporre per la comunità ecumenica di Taizé, che era allora una piccola comunità monastica composta da una ventina di fratelli; successivamente, nel 1975, la Comunità si rivolge nuovamente a lui per la composizione di canti meditativi «di forma breve e ripetuti più e più volte»., divenuti caratteristici nel cammino della preghiera a Taizé. Questo modo di pregare è portato avanti insieme a frère Roger, che raccoglie e scrive i testi prima di inviarli a Berthier. La capacità di quest’ultimo di porre il giusto accento sulle parole, anche in lingue per lui straniere, e la creatività che ha mostrato nel comporre la melodia e nell’armonizzare le voci, hanno contribuito alla reputazione di ciò che è spesso chiamata la “musica di Taizé.”
Parallelamente a questo lavoro, Jacques Berthier ha composto per parrocchie cattoliche tradizionali, per grandi raduni, e per comunità monastiche, in uno stile sempre molto personale, ispirato al canto gregoriano.
Muore nella sua casa di Parigi nel 1994, esprimendo il desiderio che la sua musica non venisse suonata al suo funerale, celebrato nella Chiesa di Saint-Sulpice. In oltre venti anni, Berthier ha lasciato un vasto corpus di opere (232 canzoni in 20 lingue diverse) ampiamente usate da comunità locali in tutto il mondo. È inoltre autore di Messe per organo, di una Cantata per Santa Cecilia, di un Requiem e di altre composizioni sacre.