Meditatio Ante Missam – Herzlich thut mich verlangen
Nella monumentale “Matthäus Passio” (Passione secondo Matteo BWV 244) di Johann Sebastian Bach, nel momento in cui Gesù nel pretorio viene vestito di un mantello di porpora e incoronato di spine, il coro intona il famoso “O Haupt voll Blut und Wunden” (O capo pieno di sangue e di ferite), comunemente intitolato “O capo insanguinato”. La melodia di questo corale, comunemente riconosciuta e facente parte di un repertorio spesso proposto da tante corali, è anche riproposta alcune volte nel corso della Passione, evidenziando la grande capacità compositiva di Bach che, proponendo soluzioni armoniche moderne, suscita stupore e interesse anche negli arrangiatori di brani contemporanei.
Inserendolo nella Passione secondo Matteo, Bach rende celebre la versione originale “Herzlich tut mch verlangen” (“Sinceramente chiedo” BWV 727) – tema tratto da una melodia popolare dell’organista Hans Leo Hassler (1564-1612) – creando un componimento polifonico intenso ed espressivo.
Sono le note di questo capolavoro che hanno suggerito le Meditatio ante Missam della Quaresima di quest’anno. I preludi corali di vari compositori del periodo Barocco e Romantico, ispirati a questa melodia ed eseguiti all’Organo dal maestro Primo Iotti, saranno proposti nelle quattro domeniche di Marzo e approderanno sempre nel canto del Corale che, grazie alla Cappella Musicale della Cattedrale, renderà viva l’ispirata intuizione di tanti artisti intramontabili della musica sacra.
Con la prima parte di domenica 5 Marzo, interamente dedicata al compositore Johann Pachelbel – da molti conosciuto per il famoso Canone in re maggiore – prenderà il via questo cammino che introdurrà ogni Celebrazione Eucaristica. Pachelbel progettò un ciclo di variazioni su corali tedeschi, tra i quali compare il già citato “Herzlich tut mich verlangen”. Si annovera tra maestri che precedono le composizioni bachiane e che preannunciano, nelle loro fantasie su corali, ciò che diverrà con Bach un vero e proprio poema per organo. Pachelbel fu grande anche come professore ed è grazie a lui che la media degli organisti tedeschi all’epoca di Bach appare ad un livello alto. L’ascolto di questa composizione ci porta quindi agli inizi di una evoluzione compositiva che, prendendo spunto da temi popolari approderà alla meditazione della Passione del Signore, adattando il tema funebre di questa melodia a quanto contemplato nel Cristo sofferente.
Domenica 12 Marzo la seconda parte delle Meditiatio proporrà tre compositori: il famoso Johann Sebastian Bach e i meno noti Dietrich Buxtheude e Georg Philipp Telemann. Buxtheude (1637-1706), la cui musica diviene anche per Bach motivo di studio e ispirazione, è considerato il vertice della scuola compositiva tedesca del XVII e, insieme al già citato Pachelbel, permette all’ascoltatore di immedesimarsi nei temi ispiratori primordiali delle grandi composizioni bachiane. Georg Philipp Telemann (1671 – 1767), contemporaneo di Bach e Händel, con la sua precoce capacità artistico compositiva e la longevità insolita per l’epoca (quasi settant’anni di attività), attraversa la fase del pieno Barocco fino a toccare il classicismo, dimostrano un abile attitudine di adeguamento alle nuove istanze musicali.
Si arriva poi all’ascolto di Bach, identificato da molti per la famosa Toccata e fuga in re minore, ma forse meno conosciuto nelle numerose pagine di musica sacra che rappresentano un prezioso patrimonio spirituale e culturale. Coniugando temi popolari con l’arte compositiva che lo ha reso celebre, Bach accompagna i fedeli ad una vera contemplazione dei principali avvenimenti della vita di Cristo, affiancando alla Parola di Dio la risposta orante dell’uomo. Così come il cammino di Quaresima desidera porre nella II domenica l’avvenimento della Trasfigurazione, allo stesso modo la musica di Bach, partendo da una precisa logica geometrica, riesce ad elevare le forme fino a raggiungere ciò che è prima della musica, riuscendo a porre l’attenzione dell’ascoltatore non solo su chi compone ma su coLui che è all’origine di ogni dono. Nella celeberrima melodia “Herzlich thut mich verlangen” (Di H.L.Hassler, 1601), infatti, da una canzone popolare si arriva ad un brano che costituisce la base dei corali per la “Passione secondo Matteo” ed è, probabilmente, uno dei corali più amati da Bach. L’uso del Corale, nell’opera di Bach, rappresenta un vero e proprio Leitmotiv mediante il quale i fedeli, riconoscendoli, comprendevano immediatamente il messaggio che il brano portava con sé.
L’ascolto di Bach caratterizzerà anche la III Domenica di Quaresima, insieme al compositore Johann Gottfried Walther (1684 – 1748). Quest’ultimo, cugino di Bach e organista a Weimar, divenne anche celebre per le numerose trascrizioni, per organo e clavicembalo, di numerosi compositori italiani dell’epoca, fra i quali Antonio Vivaldi. Oltre alle composizioni musicali a lui viene anche attribuito il merito di aver scritto il “Musikalisches Lexikon”, il più antico esempio di una completa enciclopedia musicale, bio-bibliografica e tecnica, base per tutte le successive opere del genere.
Con la IV Domenica di Quaresima sarà il repertorio Romantico e Post-Romantico ad animare le Meditatio ante Missam, con l’ascolto dei famosi Johannes Brahms e Franz Liszt; e del meno conosciuto Max Reger. Anche in ambito Romantico la musica sacra ha un repertorio significativo, caratterizzato soprattutto da quell’intento, espresso anche in altre arti, che porta l’uomo alla ricerca di una ritrovata fede e spiritualità, sostenuto dalla tensione verso l’infinito.
Nell’estate del 1896, Brahms, in tempi molto rapidi, completa la stesura delle sue ultime pagine musicali – undici preludi – condivise la sera del 24 giugno alla presenza di pochi amici. Rimaste inedite fino alla morte del compositore, furono rinvenute in casa e successivamente pubblicate. Già dal 1850 Brahms manifesta l’intenzione di studiare l’organo, interessato allo stesso tempo per la ricerca di musiche antiche. Con tali intenzioni emerge anche in questo repertorio l’arte brahmsiana, unendo al sacro i sentimenti e le sonorità del periodo romantico. Ogni Preludio rivendica una sua peculiare fisionomia: in tutti i brani il virtuosismo è spogliato da effetti non funzionali alla comunicazione spirituale, da soluzioni che non tendano ad un’esaltazione dei testi ispiratori.
Con Max Reger (1873-1913) ci si sposta nel tardo romanticismo, mantenendo comunque quel legame tematico di queste meditatio grazie all’unica fonte d’ispirazione di musicisti che, dopo aver influenzato Bach, sono divenuti anche per Reger un punto di riferimento importante.
Con Franz Liszt si conclude il ciclo di questa proposta musicale quaresimale. Nei paesi tedeschi nel XIX secolo si assiste a un notevole sviluppo della letteratura per organo, motivato sicuramente dalla ripresa di interesse per la musica di Bach, ma anche dal nuovo sentimento religioso velato di tinte romantiche, nonché dalla costruzione di strumenti sempre più grandi, che permisero lo sviluppo di quello che sarebbe diventato l’organo sinfonico. Liszt non era un organista e non fu mai in grado di eseguire brani con parti impegnative per il pedale, ma fu spesso in contatto con valenti organisti e fu ispirato dalla sonorità di strumenti pieni di possibilità: il suo contributo nella definizione dello stile sinfonico dell’organo romantico fu importantissimo.
Il celebre corale di Bach è proposto da Liszt all’interno della sua Via Crucis. Siamo alla VI stazione, quando la tradizione colloca in questo momento l’incontro con la Veronica. Liszt pur riutilizzando la melodia principale della Matthäus–Passion di Bach, riarrangia in maniera polifonica il corale, trasponendo il tutto nella tonalità di La minore. Tenendo sempre come riferimento le parole del canto, ancora una volta la musica si mette a servizio della fede popolare, favorendo la contemplazione e avvicinando non solo la nostra mente ma tutto il sentimento umano a colui che, morendo come uomo, ha aperto a tutta l’umanità la via che porta a Dio.
Don Matteo Bondavalli